Uno degli aspetti più interessanti e affascinanti delle materie prime è la stagionalità. Ci sono diversi siti che permettono di conoscere, dietro abbonamento, le migliori stagionalità per i futures e gli spreads. È possibile aprire il grafico e vedere l’andamento “medio” del contratto futures o dello spread ad esempio negli ultimi 5 o 15 anni.
Tuttavia, è proprio questo termine, medio, che porta a fare confusione. Almeno in Italia, infatti, questo andamento medio viene definito “media stagionale”, il che porta diversi traders a considerarla alla stessa stregua delle medie mobili con tutto ciò che ne consegue in materia di analisi.
In realtà non sono medie ma modelli stagionali. La loro costruzione avviene in modo differente rispetto a una media mobile e non è possibile fare tutte le considerazioni che gli analisti tecnici fanno di quest’ultima. E per capirlo meglio vi spiego come i modelli stagionali vengono costruiti, cercando di essere il meno complicato possibile.
Diciamo che voglio costruire il modello stagionale a 5 anni del contratto futures ZCK22 (utilizzando SeasonAlgo, ho scelto il corn in quanto non sono abbonato). Sotto potete vedere il grafico “Stacked” di ZCK22 degli ultimi 5 anni (dal 2017 al 2021).
Adesso, voglio creare il modello stagionale a 5 anni. Per prima cosa, i valori dei singoli contratti futures degli ultimi 5 anni devono essere normalizzati. Cosa significa questo? Che i valori vengono trasformati da assoluti a relativi. Che non vedrete più ad esempio il contratto futures del corn a $600 o $650 ma ad un valore compreso in una scala da 0 a 100.
Sotto potete vedere lo stesso grafico stacked di ZCK22 ma normalizzato.
Come potete vedere, nel grafico sono riportati tutti e 5 gli ultimi anni di ZCK22 normalizzati. Dove a 0 corrisponde il livello minimo toccato da ogni contratto futures e a 100 il livello massimo. Faccio questo perché ciò che interessa è il movimento del modello stagionale, non la sua dimensione.
A questo punto devo solamente fare una somma aritmetica dei cinque anni e normalizzare ancora una volta i valori, come riportato nel grafico sotto del modello stagionale a 5 anni di ZCK22.
Il pattern stagionale, poi, viene “incollato” nel grafico del contratto futures come potete vedere sotto.
Questo, dunque, è come io o chiunque di voi può costruire un modello stagionale. Ovviamente nessuno esegue tutti questi passaggi in quanto ci pensano i database statistici come SeasonAlgo o SpreadCharts.
Vediamo adesso quali informazioni ne ricaviamo e come erroneamente, talvolta, vengono utilizzati i modelli stagionali.
Comincio dagli errori più comuni. Ho letto, e mi hanno riferito che in alcuni corsi viene spiegato, che è consigliabile entrare al rialzo su uno spread solo se si trova al di sotto dei modelli stagionali e al ribasso solo se si trova al di sopra. Completamente errato, non prendete in considerazione questa fandonia.
Così come errato è utilizzare i modelli stagionali per calcolare supporti e resistenze, e stop loss e target profit. Come vi ho mostrato, i modelli stagionali vengono calcolati in un certo modo e poi incollati su un altro grafico, quindi i valori riportati nell’asse delle ordinate (o asse Y) sono da prendere in considerazione solo per lo spread attuale, non per i modelli stagionali.
Un’altra assurdità che ho letto è, “il modello stagionale è salito di tot punti quindi lo spread ha un ampio margine di guadagno”. Come detto, il modello stagionale va preso in considerazione per il suo movimento, non per la dimensione.
Quanto segue sono considerazioni dettate dalla mia esperienza.
Il modello stagionale, oltre per il suo movimento, è utile anche per capirne la volatilità. Infatti, “più i due modelli stagionali a 5 e 15 anni sono vicini e meno volatile è il contratto futures o lo spread analizzato”. Tuttavia questa affermazione non sempre è veritiera. Così come che ci debba essere, durante la finestra stagionale, una forte correlazione tra i modelli stagionali a 5 e 15 anni.
In realtà ciò non è sempre vero. Il problema di queste considerazioni è che basta uno degli ultimi 5 anni con un forte movimento contro la stagionalità che il modello stagionale a 5 anni ne verrà sensibilmente condizionato. Ve lo mostro con un esempio. Sotto potete vedere lo spread CLZ22-CLM23-CLZ23+CLM24.
Se vi concentrate sull’andamento dei due modelli stagionali a 5 e 15 anni all’interno della finestra stagionale, potete facilmente constatare che fino a metà ottobre il movimento è molto simile, poi il modello stagionale a 15 anni scende mentre quello a 5 anni lateralizza. Quindi, il primo impatto che si ha guardando il grafico è che negli ultimi 5 anni la stagionalità è stata solo leggermente ribassista.
Vi mostro adesso quattro grafici relativi all’andamento dello spread nel 2017, 2018, 2019 e 2020.
Come potete vedere, la stagionalità è stata rispettata (naturalmente occorre sempre ottimizzare i livelli d’ingresso e di uscita). La mancanza di correlazione tra i due modelli stagionali nella seconda metà della finestra stagionale è dovuta all’impatto che ha avuto lo spread nel 2021 sul modello stagionale a 5 anni e che potete vedere sotto.
Il forte aumento dello spread di quest'anno, causato dalla forte speculazione sul sottostante, ha influenzato molto il modello stagionale a 5 anni.
Quindi, il mio consiglio quando i due modelli stagionali non sono ben correlati è sempre quello di indagare sul perché. A volte scoprirete che, come nel caso sopra, è dovuto ad un anno "anomalo", altre volte che lo spread sta perdendo la sua stagionalità.
In questo articolo ho voluto mostrarvi come si costruiscono i modelli stagionali, come vanno usati e gli errori più comuni che si fanno. Prendete questi modelli stagionali per quello che sono, solo delle linee che mostrano la performance di un contratto futures o spread nel tempo. Non considerare i valori e non applicare studi ad essi. Se i modelli stagionali a 5 anni e a 15 anni non sono correlati, non traete conclusioni prima di aver capito il motivo.
I modelli stagionali, quando si parla di materie prime, generano talvolta dei fraintendimenti che portano diversi traders a considerarli alla stessa stregua delle medie mobili con tutto ciò che ne consegue in
Sono un analista macroeconomico e finanziario con oltre 30 anni di esperienza, inclusi due anni come gestore di fondi. Sono specializzato in valute e materie prime e sono autore di diversi libri di successo su trading, macroeconomia e mercati finanziari.