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Euro e Sterlina, cosa è emerso dai meeting

In questo periodo ho veramente molto poco tempo da dedicare al sito, alle analisi e scrivere articoli, e questo mi dispiace molto. Oggi, mi avvalgo della preziosa collaborazione di Hannah che su mia richiesta, e la ringrazio infinitamente, mi ha realizzato una superba analisi di Eur-Gbp alla quale io ho aggiunto solo qualche mia impressione.

La scorsa settimana, più precisamente giovedì 3 febbraio, si sono svolti i due meetings delle banche centrali, la Bank of England e la Banca Centrale Europea. In un periodo come questo, con la pandemia sempre, ahimè, ben presente nelle nostre vite, l’inflazione che sta salendo costantemente, non sono stati due meetings come gli altri.

Voglio partire con questo, che in genere è la fine delle mie analisi, come chi ha letto il mio libro sa. Vediamo, dunque, cosa è emerso dai due meetings, iniziando con la Bank of England.

 

BoE meeting del 3 febbraio 2022.

Quello che ha colpito non è stato il rialzo dei tassi di 25 punti base allo 0,50% che era ampiamente previsto, ma la votazione che si è divisa a riguardo di un maggiore rialzo, con 4 membri (su 9) che hanno votato a favore di un aumento di 50 punti base.

La BoE suggerisce che potrebbero essere necessari ulteriori rialzi, quindi i mercati monetari stanno ora valutando un possibile aumento di altri 25 punti base in ciascuna delle prossime quattro riunioni. Mentre la decisione in sé è stata hawkish (aggressiva), il governatore Bailey ha lasciato intravedere un lato dovish (accomodante), in cui il messaggio è stato di rialzi adesso ma che non proseguiranno (sulla falsariga degli Stati Uniti) ma si fermeranno e verrà fatto un riesame della situazione.

Ecco quanto emerge dalla conferenza stampa del Governatore Bailey (tradotti in italiano):

  • Non bisogna dare per scontato che i tassi abbiano iniziato una lunga marcia verso l'alto.
  • Non abbiamo alzato i tassi perché l'economia sta “ruggendo”, questo non è un aumento standard del tasso della Banca guidato dalla domanda.
  • Stiamo affrontando una contrazione del reddito reale quest'anno.
  • Non sarebbe sorprendente se vedessimo un ulteriore aumento dei tassi, ma per favore non fatevi trasportare.
  • Bailey ha ridotto significativamente le sue previsioni economiche, dicendo che la crescita economica del Regno Unito avrebbe presto "rallentato a tassi ridotti" di circa solo l'1 per cento all'anno.

C'è dunque la possibilità che la BoE possa iniziare a tagliare i tassi di interesse di nuovo nel 2023 quando si troverà di fronte ad una scarsa crescita economica.

In definitiva, in UK siamo di fronte a un'alta inflazione (prevista dalla BoE al 7,25% in aprile) unita a un'economia debole che conferma la stagflazione. Di fatto, l'aumento non ha sortito alcun effetto con la sterlina che venerdì 4 febbraio ha ritracciato, perdendo tutti i guadagni del giorno prima.

 

BCE meeting del 3 febbraio 2022.

Il presidente della BCE Lagarde ha tenuto la sua conferenza stampa più aggressiva di quanto ci si aspettava ammettendo che l'inflazione dell'Eurozona ha raggiunto il suo massimo del 5,1%, cosa che ha sorpreso e causato una grande preoccupazione nel consiglio direttivo.

Sebbene la BCE abbia lasciato la politica invariata, le parole della Lagarde sono state ampiamente interpretate come segnali di un probabile passaggio all'inasprimento della politica monetaria già a marzo, con la Lagarde che ha rifiutato di escludere un aumento dei tassi quest'anno.

I mercati adesso prevedono un aumento del tasso sui depositi da -0,5% a -0,1% entro dicembre.

In definitiva, Christine Lagarde nella sua conferenza stampa ha aperto le porte a un'accelerazione delle riduzioni degli acquisti di attività e a un aumento dei tassi nel 2022. Questo ha spinto l’euro fortemente al rialzo contro tutte le altre valute.

 

Dopo aver visto cosa ci hanno lasciato i due meetings, vi mostro graficamente cosa è successo sul grafico a 15 minuti di Eur-Gbp.

Adesso guardo un po’ più da vicino l’inflazione che è fonte di preoccupazione non solo per la BoE e la BCE.

Il tasso di inflazione annuale nell'area dell'euro è salito ad un nuovo record del 5,1% a gennaio dal 5% di dicembre 2021, mentre i mercati si aspettavano che rallentasse al 4,4%. L'energia continua a registrare il maggiore aumento dei prezzi (28,6%), seguita da cibo, alcol e tabacco. L'inflazione Core, tuttavia, che esclude i prezzi di energia, cibo, alcol e tabacco, è scesa rispetto a dicembre e novembre al 2,3%.

Il tasso di inflazione rimane ben al di sopra dell'obiettivo della BCE del 2%, con da una parte una crisi energetica in Europa che ha mandato il costo del gas naturale, del carbone e dell'elettricità in forte aumento e dall’altra il miglioramento della domanda e la debole offerta legata alla pandemia che continuano a spingere i prezzi delle materie prime verso l'alto.

Il tasso di inflazione annuale nel Regno Unito è aumentato al 5,4% al dicembre del 2021 dal 5,1% di novembre e sopra le previsioni del mercato del 5,2%. È la lettura più alta da marzo 1992.

Il maggior contributo all'aumento è venuto dal costo del cibo e delle bevande non alcoliche (4,2%), ristoranti e hotel (6%), mobili e articoli per la casa (7,3%) e abbigliamento e calzature (4,2%).

Quello che si può notare è che le due inflazioni, dell’Eurozona e del Regno Unito, sono generate differentemente. Mentre nell’Eurozona è il comparto energetico soprattutto a contribuire alla crescita dell’inflazione, nel Regno Unito l’aumento è più omogeneo, distribuito su più comparti.

Questo lo si può vedere in modo chiaro raffrontando il dato del Core CPI su un grafico.

Si può visivamente vedere come il grafico scenda a testimonianza di quanto detto sopra. I dati in uscita a febbraio dovrebbero ulteriormente aumentare questa differenza (ma lo vedremo la prossima settimana).

In conclusione, da una parte abbiamo l’Eurozona che mostra maggiore forza nel far crescere la sua economia e a un ritmo più veloce di quella del Regno Unito (anche se nell’analisi non ho riportato altri dati se non quello dell’inflazione). Le sue prospettive di lavoro sono più sane di quelle del Regno Unito nonostante il numero più alto di disoccupati nell'UE come il 7% rispetto alla disoccupazione del Regno Unito del 4,1% (non va dimenticato tuttavia che il tasso di disoccupazione nell’Eurozona è il più basso mai toccato dall’introduzione della moneta unica). il Regno Unito sta ancora soffrendo per la carenza di lavoratori e l'interruzione delle forniture, di cui fa anche parte il mercato del lavoro, a causa dell'uscita dall'UE che ha spinto all'esodo di massa dei lavoratori europei che occupavano questi posti.

A questo si aggiunge l’inflazione con una differenza tra Eurozona e UK che è destinata ad allargarsi nei prossimi mesi. La BoE ha previsto, come detto, un tasso del 7,25% ad aprile.

Per tutto questo, se nei prossimi non subentreranno terremoti che scoteranno i mercati, l'euro si apprezzerà sulla sterlina. A tal proposito, ecco sotto il grafico con i livelli più significativi.

Dopo il grande rialzo di giovedì e venerdì è possibile un ritracciamento fino in area 0,83900/0,84250 che rappresenta un ottimo livello dove aprire posizioni rialziste, con primo obiettivo 0,85100 e successivo in area 0,85950/0,86300. Il target di medio-lungo periodo si trova in area 0,92000.

Ringrazio Hannah per l’ottima analisi, per certi versi migliore di come l’avrei fatta io. Si sta dimostrando un’ottima “allieva” e una preziosa collaboratrice.

La scorsa settimana, più precisamente giovedì 3 febbraio, si sono svolti i due meetings delle banche centrali, la Bank of England e la Banca Centrale Europea. In un periodo come questo, con la pandemia

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